La famigerata “prova costume” si avvicina, e con essa cresce la pressione per ottenere il corpo perfetto. Pubblicità, social media e programmi TV ci bombardano con consigli su diete drastiche e allenamenti massacranti. Ma questi metodi funzionano davvero? O creano solo più frustrazione e senso di colpa?
La salute non è una questione di taglia.
Il peso corporeo è influenzato da numerosi fattori: genetica, abitudini, emozioni e contesto sociale. Seguire una dieta restrittiva senza considerare questi aspetti spesso porta a risultati temporanei. E’ dimostrato che il 65% delle persone che seguono una dieta recupera tutto il peso perduto nei 3 anni successivi. I numeri aumentano se la dieta è stata particolarmente restrittiva: in questo caso, solo il 5% riesce a mantenere il peso perduto. (Gary D. Foster et alii, “Weight and Metabolic Outcomes After 2 Years on a Low-Carbohydrate Versus Low-Fat Diet. A Randomized Trial” – Ann Intern Med. Aug 3, 2010; 153(3): 147–157).
Certamente incoraggiare le persone a seguire un’alimentazione equilibrata e salutare è importante, ma lasciamo ai dietisti, nutrizionisti e ai medici specializzati il compito di prescrivere diete e di insegnare il modo giusto per alimentarsi correttamente. Se sin da bambini fossimo stati abituati a seguire una corretta alimentazione, tornare a mangiare in modo equilibrato dopo periodi (limitati) di alimentazione disordinata (feste, vacanze, ecc.) sarebbe semplicemente la normalità all’interno di uno stile di vita salutare e nessuno dovrebbe ricordarcelo.
Il problema delle diete lampo
Ci troviamo, invece, a provare continuamente diete dimagranti e detox, spesso assurde, sbilanciate ed eccessivamente restrittive, che molto raramente danno i risultati sperati e ancor più raramente si possono mantenere nel tempo. E questo non dovrebbe essere normale, anche perché ciò non fa altro che accrescere il senso di frustrazione e il continuo confronto con standard di bellezza assoluti e irraggiungibili genera ansia e insoddisfazione.
Ma non esistono solo le diete miracolose: integratori, creme, tisane, unguenti vari, bendaggi, massaggi, trattamenti più o meno invasivi… l’offerta è vastissima!
Questi prodotti possono avere una loro utilità in un contesto di vita sana, alimentazione equilibrata e attività fisica regolare. Tuttavia, quando vengono proposti come rimedi miracolosi, il problema è evidente, perché di miracoloso non hanno davvero nulla. Troppe aziende guadagnano dal desiderio estremo e ampiamente diffuso di ottenere un “corpo perfetto”….
L’attenzione ossessiva per la forma fisica
Il mondo è completamente impregnato dalla “cultura della dieta” (diet culture): un insieme di convinzioni su alimentazione, allenamento e forma fisica che idealizza la magrezza non solo come standard estetico, ma, più pericolosamente, anche di salute. Essendo nati e cresciuti in una società con questi presupposti, è normale che chiunque di noi, chi più, chi meno, riservi una determinata attenzione alla propria forma fisica.
Magro è bello… ma è proprio così?
Le convinzioni che derivano dalla diet culture ci influenzano sin dalla tenera età e ci spingono a giudicare noi stessi e gli altri in base alla forma del corpo, seguendo il principio secondo cui “ciò che è magro è più bello”, ma ha anche più valore ed è più desiderabile. All’interno di questa cultura, la parola “grasso” finisce per avere un’accezione unicamente negativa, diventando sinonimo di pigrizia, scarsa cura di sé, trascuratezza e poca forza di volontà. Dovremmo, innanzitutto, cominciare a usare l’aggettivo “grasso” attribuendogli un’accezione neutra, utilizzandolo semplicemente per descrivere, senza nessun sottinteso o insinuazione, come quando definiamo una persona alta o mora.
Avere un corpo grasso, infatti, non comporta necessariamente problemi di salute. Si può essere grassi per diverse ragioni, tra cui:
- Malattie
- Disfunzioni ormonali
- Disturbi alimentari
- Situazioni difficili a livello psicologico ( es. lutto, stress, DPTS,…)
- Cure farmacologiche con effetti collaterali
Il legame tra peso e salute è molto complesso. È importante ricordare che la grassezza non è sempre legata a un cattivo stato di salute e che essere magri non significa automaticamente essere sani. Disturbi alimentari come anoressia, ortoressia o vigoressia lo dimostrano.
Devo assolutamente perdere peso!
Sarebbe opportuno che i media cambiassero la narrazione relativa al mito della magrezza a tutti i costi: seguire una dieta dimagrante senza essersi prima rivolti a uno specialista (dietista, biologo nutrizionista, medico specializzato) può essere pericoloso.
Sgarro, calorie, bilancia: sono parole ricorrenti in articoli, pubblicità e video, ma anche nelle conversazioni private con amici e parenti. È necessario, dunque, iniziare a parlare pubblicamente dei rischi legati all’ossessione per la magrezza.
Ognuno di noi dovrebbe cambiare il proprio punto di vista, aggiornarsi attraverso fonti attendibili, evitare di diffondere messaggi colpevolizzanti relativi alla forma fisica, smettere di fare commenti negativi sul proprio corpo e su quello degli altri, eliminare i pregiudizi e cessare di giudicare i corpi grassi. Non esistono corpi perfetti o regole ferree valide per tutti. E le persone magre non sono tutte necessariamente felici e senza problemi.
Perché le diete non funzionano?
La “diet culture”, idealizza la magrezza come sinonimo di bellezza, salute e felicità. Questa convinzione porta molte persone a colpevolizzarsi quando non riescono a seguire un regime alimentare rigido, dando vita a un circolo vizioso di privazioni e abbuffate. Il problema non è la mancanza di volontà, ma un approccio sbagliato alla nutrizione ed al benessere.
Le diete drastiche, i trattamenti miracolosi e gli integratori spesso promettono soluzioni facili, ma alla lunga creano più problemi di quanti ne risolvano. Privarsi di certi alimenti può aumentare il desiderio di cibo e farci sentire ancora più insoddisfatti. Inoltre, perdere peso velocemente senza lavorare sulle proprie abitudini alimentari porta quasi sempre a recuperarlo in poco tempo.
Il comportamento alimentare è influenzato non solo da fattori biologici, ambientali e sociali, ma soprattutto da fattori psicologici di cui, spesso, non si è consapevoli.
Come posso aiutarti?
Se hai provato mille diete senza successo o ti senti bloccato in un rapporto conflittuale con il cibo, è il momento di cambiare approccio. Come Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale con una particolare formazione ed esperienza sul comportamento alimentare, ti aiuterò a:
- Comprendere il tuo rapporto con il cibo.
- Recuperare la percezione naturale di fame e sazietà.
- Smettere di seguire diete rigide e insostenibili.
- Costruire un’alimentazione equilibrata senza sensi di colpa.
- Ritrovare il benessere e mantenere risultati duraturi nel tempo.
I Percorsi Alimentari si basano su incontri settimanali o bisettimanali, della durata di 50 minuti.
Possono configurarsi come sostituzione alla dieta o come sostegno nel seguire una dieta bilanciata
in accordo con dietista, dietologo o nutrizionista.
Contattami per informazioni info@annafontemaggi.it